lunedì 21 marzo 2011

NON ESISTONO GUERRE GIUSTE

Il 23 Settembre del 2004, il Corriere della Sera scrive (riporto tutto il testo perché è importantissimo capire quanto cieca e cinica è la politica Europea, soprattutto quella Italiana e Francese, tra l'altro in quel periodo era il governo Berlusconi che teneva le redini del potere in Italia):
"L'Europa: revoca totale dell'embargo alla Libia: Pisanu: «Nostra vittoria». E Gheddafi chiama Prodi: «Grazie». Sarà possibile la fornitura di armi. Giuseppe Sarcina - Fonte: Corriere della Sera - 23 settembre 2004: Armi alla Libia. L'Unione Europea cancella l'embargo totale nel confronti di Tripoli che durava dal 1986. Tutti i divieti di esportazione sono stati eliminati ieri, con un voto all'unanimità dei 25 ambasciatori riuniti a Bruxelles. La decisione, storica, è andata ben al di là non solo delle previsioni, ma anche della proposta avanzata dall'Italia («revoca parziale dell'embargo militare»). La svolta sarà ufficializzata dai ministri degli Esteri, nel vertice dell' 11 ottobre. Ma le ricadute per il governo italiano sono immediate. Il 26 settembre il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, sarà a Tripoli per definire il «piano di contrasto» dell'immigrazione clandestina. La diplomazia italiana a Bruxelles, guidata da Rocco Cangelosi, si era prefissata l'obiettivo minimo di togliere il lucchetto a una lista predefinita di «strumenti dl avvistamento», cioè guardacoste, elicotteri, visori notturni e così via. Con il via libera integrale di ieri, l'Italia e tutti gli altri Paesi della Ue potranno fornire alla Libia qualsiasi tipo di arma, in teoria anche carri armati o cacciabombardieri. In realtà la «normalizzazione» dei rapporti tra Europa e Tripoli è soprattutto politica. Gran Bretagna e Francia si sono inserite sulla scia degli italiani per convincere in primo luogo la Germania che era venuto il momento di «riabilitare», senza mezze misure, il Colonnello Gheddafi. Tanto più che, lunedì scorso, il presidente americano George Bush aveva già spianato la strada, lasciando cadere le sanzioni economiche contro il leader libico. Anche la Commissione europea, sotto l'impulso del presidente Romano Prodi, si è mossa lungo questa linea, cercando di inquadrare le esigenze italiane in un accordo più largo con Tripoli. Il risultato è un'intesa in quattro punti, che tiene conto anche delle cautele espresse dal «blocco nordico» (Svezia in testa). Innanzitutto, dunque, l'Unione Europea abolisce le restrizioni economiche adottate nel 1993, su raccomandazione dell'Onu. In secondo luogo la Commissione ha ottenuto l'autorizzazione dei 25 Paesi di inviare una missione esplorativa in Libia per «accertare quali sono le necessità collegate ad azioni di contrasto dell'immigrazione clandestina». Terzo: si procede all'abolizione completa dell'embargo sulle armi, deciso dalla Ue nel 1988 come risposta agli attacchi agli aeroporti di Vienna e Fiumicino, nonchè all'attentato nella discoteca «La Belle» di Berlino. Quarto e ultimo punto: l'Unione Europea eserciterà pressioni affinchè la Libìa garantisca ai suoi cittadini il pieno rispetto dei diritti umani. Inoltre Bruxelles svilupperà una mediazione sulla vicenda delle cinque infermiere bulgare e del medico palestinese, condannati alla fucilazione lo scorso 6 maggio, con l'accusa di aver diffuso il virus dell'Aids in un ospedale di Bengasi nel 1999, provocando la morte di 43 bambini e il contagio di altri 400. E' l'ultimo caso aperto, nella lunga sequenza di stragi, di atti terroristici che hanno funestato per oltre 20 anni i rapporti tra Libia e Occidente. Nei mesi scorsi le diplomazie europee hanno chiuso, una per una, le ferite ancora aperte, come quella del risarcimento alle vittime della discoteca «La Belle». In parallelo, Prodi, nella sua veste di presidente della Commissione, ha «riagganciato» direttamente Gheddafi, invitandolo qualche mese fa a Bruxelles. Ieri, fanno sapere fonti della Commissione, il Colonnello ha telefonato a Prodi «per ringraziarlo di quanto fatto per mettere fine all'embargo». E naturalmente Prodi esprime «grande soddisfazione» notando con una punta polemica: «Quando abbiamo cominciato questo lavoro nel 1999, non era stato accolto con favore». Anche il governo di Roma, con il ministro Giuseppe Pisanu, rivendica «il successo italiano che giova a tutta Europa». Questa volta, in effetti, il futuro leader dell'Ulivo e i suoi concorrenti del centro destra in Italia, si sono ritrovati a remare nella stessa direzione".
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Durante la prima settimana di Marzo 2011, la Francia (o meglio Sarkozy) riconosce in modo unilaterale, il Consiglio nazionale libico (Cnl), che raggruppa gli insorti contro il regime di Muammar Gheddafi, come rappresentante del popolo libico e invierà un ambasciatore a Bengasi. Successivamente avviene uno scambio poco formale di ambasciatori tra Parigi e Bengasi.
Nelle settimane che seguono, Le truppe di Gheddafi riprendono la maggior parte delle città che erano controllate dai rivoltosi e marciano verso Bengasi.
A questo punto cambia lo scenario della GUERRA con una decisione del "Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite", dall'altro ieri una coalizione di pochi Paesi sovrani guidati questa volta (ufficiosamente) dalla Francia, attacca un Paese sovrano, con l'intento di stabilire una No-Fly zone (visto la qualità e quantità di aerei messi in campo, questa No-Fly Zone era stata consolidata in meno di 5 minuti). Chi è meno cieco si rende conto che l'intento non è ne stabilire la No-Fly Zone e nemmeno eliminare (fisciamente e/o politicamente) Gheddafi; gli obiettivi sono molto diversi.

Il Presidente Napolitano dichiarava ieri che quello che è in corso non è una GUERRA, mi scusi Presidente che cosa è? qual'è la definizione di Guerra secondo te?
Le Nazioni democratiche come Francia, Gran Bretagna, Italia, Canada, USA parlano di azioni che servono per proteggere i Civili (lo spero di tutto cuore, ma visto le esperienze passate .... ) scusatemi è bombardando che si proteggono i civili? non credete che in questo modo state alimentando l'odio e le divisioni interne al popolo Libico? Afganistan e Irak non hanno insegnato nulla?

Questa è un guerra vera e propria, una guerra che era stata alimentata, anche involontariamente e stupidamente, dai nostri "Amministratori - Dipendenti Pubblici" (ha ragione Beppe Grillo quando dice che Primi Ministri, Presidenti, Ministri e Parlamentari sono dei Dipendenti Pubblici, visto che sono pagati da tasche nostre)) armando fino ai denti un Tiranno e Terrorista come Gheddafi, firmando e facendo con lui ed il suo regime accordi milionari senza nemmeno farsi lo scrupolo di proporgli un cambiamento di atteggiamento nei confronti della sua popolazione. Mi domando se Berlusconi e Sarkozi, e tutti coloro che avevano revocato l'embargo nel 2004, sapevano che Gheddafi ed il suo regime autoritario, eliminavano con l'assassinio, le impiccagioni, gli arresti di massa, i rapimenti ed altro, la propria popolazione, in particolare quelli di Bengasi; Sapevano che erano responsabile di numerosi attentati terroristici, che avevano dato esilio ai peggiori terroristi ... eppure lo hanno riabilitato con i bacia mano, accogliendolo come un trionfatore, un grande personaggio".

Mi ricordo ancora Giovanni Paolo II con il suo grido contro i comportamenti dei Despoti e Tiranni "Una nazione che uccide i suoi figli non ha futuro" ma anche contro le cosiddette Guerre Giuste, infatti il 5 gennaio 1991, Giovanni Paolo invia una lettera ai ministri degli Esteri della Comunità Europea, riuniti a Lussemburgo all' alba della prima guerra del golfo (Iraq) «Certo, la comunità internazionale non intende sottrarsi all'imperioso dovere di preservare il diritto internazionale ed i valori che gli danno forza ed autorità ma, allo stesso tempo, è chiaro che il principio di equità impone che dei mezzi pacifici come il dialogo ed il negoziato, prevalgano sul ricorso a strumenti di morte devastanti e terrificanti».
Le guerre servono solo per difenderci e difendere gli altri secondo criteri precisi privi di cinismo e ipocrisie. E' una contraddizione la mia, me ne rendo conto ma un conto è intervenire per DIFENDERE Esseri umani, un altro quando invece si tratta di interessi e vendette politiche (dato che la Francia e l'inghilterra hanno sempre avuto un conto in sospeso con il Tiranno Libico.

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