mercoledì 15 giugno 2011

Lettera aperta di un precario al Ministro Brunetta

(sorgente foto: http://www.ilsecoloxix.it/p/levante/2009/05/26/AMVYwEcC-brunetta_chiavari_tribunale.shtml)

Signor Ministro Brunetta

La sua uscita sui "precari" che lei ha definito "i peggiori d'Italia" è stata di pessimo gusto e soprattutto offensiva. Ho tanta voglia di essere indulgente (sperando che la sparata sia dovuta ad un momento di nervosismo) con lei ma non mi riesce.
Lei è stato molto contraddittorio signor ministro, prima inneggia all'innovazione e poi insulta quelli che fanno grande l'Italia, pur sapendo benissimo che la maggior parte della ricerca, dell'innovazione e dell'eccellenza in questo Paese è sempre stata portata avanti dai PRECARI.
Io mi sono fatto 16 anni di precariato (e lo sono tutt'ora) presso i Centri di Ricerca e Università d'Italia, ho prodotto brevetti e innovazioni eppure non ho mai avuto un riconoscimento ne dallo Stato Italiano ne da alcuni (pochissimi) colleghi arrivati alla stabilizzazione per via dubbie e/o contorte e che non hanno mai (ad oggi) prodotto/pubblicato un bel niente di significativo.
Eppure cosa chiediamo se non il riconoscimento dei nostri MERITI, un certa stabilita capace di farci vivere con quella serenità necessaria per continuare a contribuire a fare crescere il nostro Paese (l'Italia). Noi signor ministro le tasse le paghiamo sempre e ne siamo FIERI.

Signor Ministro lei deve a tutti noi precari, alle nostre famiglie, ai nostri sacrifici, al futuro dei nostri figli delle SCUSE FORMALI E PUBBLICHE.


Cordiali Saluti
Toufic El Asmar - Precario da troppi anni

http://www.repubblica.it/politica/2011/06/15/news/insulti_ai_precari_scoppia_il_caso_brunetta_bersani_estremista_e_preoccupante-17735994/?ref=HREA-1

martedì 14 giugno 2011

Ha vinto il SI ora deve vincere anche la Coerenza e la Serietà

Ha vinto il Si e ne sono veramente felice. Sono felice perché ancora una volta abbiamo dimostrato che la Democrazia non è una solo una parola demagogica, ma è una pratica bellissima che ci ha permesso di esprimere il nostro parere contrario alle scelte di una classe politica idiota, egoista e fortemente legata al profitto e agli affari.


Ma non basta, ora dobbiamo creare una politica alternativa.costruttiva, capace di vedere il futuro e prevedere il rischio al quale tutti i Paesi sviluppati (industrializzati) e non, stanno andando incontro.
L' Italia non ha nessuna strategia energetica plurienneale; sia la destra, che la sinistra che il centro, non hanno la minima idea delle crisi in corso e di quello che stiamo preparando per le prossime generazioni.
E' tempo di cambiare paradigma, modi di pensare e di agire prima che sia veramente troppo tardi. Cerchiamo di capire:
- Crisi energetica dovuta alla diminuzione delle riserve petrolifere mondiali
- Crisi industriale dovuta all'esaurimento dei minerali
- Crisi finanziaria dovuta alle politiche nefaste delle banche e di chi le sta proteggendo
- Crisi alimentare dovuta alla continua crescita dei prezzi dei generi alimentari (cereali in particolare)
- Crisi Climatica e ambientale dovute sia ai Cambiamenti Climatici in atto e al Riscaldamento Globale per origine antropica e non
- Crisi Demografica dovuta ad una continua esponenziale cresicta della popolazione mondiale in un mondo con risorse finite

I cambiamenti climatici insieme alla pressione demografica stanno facendo crescere il numero degli affamati nei Paesi più poveri del Mondo. Ma ATTENZIONE anche i Paesi industrializzati sono a rischio perché se una volta erano produttori di cibo oggi sono per la maggior parte importatori fortemente dipendenti dal petrolio. Ed il giorno in cui il prezzo del barile di greggio toccherà prezzi mai visti prima (sopra i 200-250 dollari al barile) città come Londra, New York, Tokyo, Parigi, Roma ecc.... soffriranno la fame ....

Dunque mi auguro che sia il governo attuale uscito da batoste elettorali sonore, che quelli eventuali futuri possano capire la situazione e inizino la rotta verso la salvezza iniziando a mandare a casa tutti i tecnici che gli hanno malamente consigliati in questi ultimi anni e si trovino nuovi tecnici capaci di elaborare piani di salvezza climatica, ambientale, energetica, economica e sociale ... PRIMA CHE SI RAGGIUNGA IL PUNTO DI NON RITORNO (che non è lontano)