giovedì 9 agosto 2012

La fine di ASPO Italia ed il suo Rinnovamento

(Sorgente foto: http://www.whoisbolaji.com/ )

Ugo Bardi fondatore di ASPO Italia, vede giusto quando dice che il compito vero, inziale di ASPO Italia si è ormai esaurito. ASPO Italia, sezione italiana dell'associazione scientifica ASPO (Association for the Study of Peak Oil) era stata fondata più o meno nel 2005 con lo scopo principale di studiare le dinamiche delle estrazioni e dei consumi del petrolio e del gas e le conseguenze derivanti da tali attività sull’ambiente, l’ecologia, la salute umana; ma anche sulle società moderne e meno moderne, e sulle loro rispettive economie. I membri di ASPO Italia, in generale, si sono attivati durante questo ultimo decennio per capire i fenomeni e cercare di proporre eventuali soluzioni di mitigazione e di adattamento, ossia di sostenibilità e di resilienza. Numerosissime proposte tecnico – politiche erano state sviluppate e presentate ai decisori (amministratori e politici in generale) allo scopo di creare una strada verso una società più sostenibile, capace di mantenere un certo livello anche minimo di benessere, seguendo le indicazioni base uscite dagli scenari dei modelli utilizzati nel rapporto “Limit To Growth” pubblicato nel 1972 (e revisionato durante gli anni successivi) dal Club di Roma.

La strada non è stata facile e questo come ASPO Italia lo sapevamo. Tuttavia grazie al lavoro di molti, sono però stati raggiunti risultati incredibili. Basta pensare che fino al 2002 - 2003, le fonti rinnovabili rappresentavano circa il 25% della produzione energetica Italiana (18% nel 2000) mentre è proprio grazie all’attività delle associazioni ambientaliste, di molti iscritti al partito dei Verdi Italiani e in particolare/soprattutto all’attività iniziale dei membri fondatori di ASPO Italia, il Paese, malgrado le vicissitudini delle lobby e della maggior parte dei partiti Italiani, ha visto le Rinnovabili crescere raggiungendo il record di +25.974 GWh rispetto al 2000 (fonte, Silvia Morelli del GSE).

Non solo, ASPO Italia, durante il periodo 2004 – 2010 si è mossa anche sui fronti della gestione dei rifiuti quando l’allora presidente di ASPO Italia (Ugo Bardi), partecipò alla “Commissione Interministeriale (Ambiente e Industria) per le Migliori Tecnologie di Gestione e Smaltimento dei Rifiuti” sviluppando nel 2007, insieme ai suoi colleghi della commissione,  un documento completo per una gestione virtuosa di una risorsa che tutti chiamano rifiuti ma che effettivamente per come le cose si sono evolute oggi, non posso che essere considerate come Risorse per il futuro. Oltre ai rifiuti, ASPO Italia aveva sostenuto, sempre durante lo stesso periodo, il retrofit elettrico (fiat 500, ad opera dell'associazione Euro Zev http://www.eurozev.org/ed in parallelo, la ideazione del progetto RAMSES (finanziato completamente dalla Unione Europea, www.ec-ramses.net) per lo sviluppo del primo veicolo completamente elettrico per l’agricoltura. Non solo ASPO Italia attraverso uno dei suoi noti soci ha contribuito alla produzione del primo prototipo di "sistema di produzione di energia elettrica mediante lo sfruttamento dei venti di alta quota" o KITEGEN http://www.liquida.it/kitegen/ .
I campi di attività di ASPO sono sempre stati ampi e variegati, dalla divulgazione tecnico scientifica, alla formazione, alla pubblicazione di documenti e articoli (sia nel sito dell’Associazione www.aspoitalia.it che nei suoi due blog http://aspoitalia.wordpress.com/ e http://www.aspoitalia.it/blog/nte/, dove vi si trovano i migliori contributi tecnici, scientifici, ambientali, sociali, politici ed economici dei vari soci ma anche di non soci ma simpatizzanti). 

Purtroppo, e lo scrivo di malincuore, non basta e non basterà. Intanto la situazione si è deteriorata, a tutti  i livelli. La politica è completamente assente da quasi 20 anni, e se ha avuto qualche cenno di presenza era solo per tirare fuori delle decisioni che sono sempre andate nel senso contrario alla sostenibilità; le maggiori linee guida o anzi le migliori burlesque dei politici sono state quelle di portare avanti gli interessi del mondo della finanza, degli immobiliaristi e dei cementificatori, delle lobby del petrolio, del gas. Molto tempo e molti soldi sono stati sprecati con le politiche che hanno favorito gli inceneritori (chiamandoli per eufemismo termovalorizzatori), le centrali nucleari, la produzione delle auto convenzionali a combustione (chiamate Euro 2, 3, 4, ecc…), snobbando completamente qualsiasi soluzione alternativa. Sono state favorite le politiche delle cosiddette grandi – opere, l’espansione urbanistica selvaggia con le conseguenti bolle immobiliari (vedi la Spagna), la corruzione finanziaria – politica, la distruzione dell’ambiente, degli ecosistemi, della biodiversità, e l’inizio della fine delle risorse in generale. 
Questa perdita di tempo potrebbe, forse, diventare fatale non solo per le prossime generazioni ma anche per quelle attuali compresa la nostra.

I problemi che abbiamo affrontato come associazione erano troppi e rimangono i soliti, con l’aggravante che oggi sono peggiorati in maniera esponenziale. Per chi riesce a immaginarsi il sistema Terra nella sua complessità, e per chi tenta di seguire i percorsi delle varie crisi in atto, si renderà conto che ormai siamo molto al di là della fase di allarme, e che abbiamo superato abbondantemente il punto di non ritorno: siamo in completo deficit ecologico, climatico, umano, ed economico (siamo in Overshoot): La domanda di risorse è talmente superiore ai fabbisogni quotidiani della attuale popolazione mondiale e delle sue società iper-consumistiche che ci vorrebbero almeno 1,5 – 2 pianeti simili al nostro per essere soddisfatta. E se le cose, nel breve o medio periodo, dovessero continuare ce ne vorrebbero forse più di 5 pianeti Terra.
Penso che ormai sia insufficiente se non riduttivo continuare a parlare di petrolio, gas, energie rinnovabili. Il pericolo invece è molto più ampio e la sua ampiezza sarà la risultante dell’azione di tre problemi fondamentali:.
a- La continua crescita della popolazione, in particolare nelle aree considerate ad economia emergente (Cina, India, Pakistan) ma anche in quelli ad economia meno emergente (Nord Africa, e Africa Saheliana in particolare, ed il Medio Oriente con Gaza, Iran, Libano, e ovunque il fattore umano inteso come numero di persone è considerato un arma per le prossime guerre settarie o di cosiddetta liberazione);
b- I Cambiamenti Climatici ed in particolare il Riscaldamento Globale, fenomeno negato da troppi ma che si sta manifestando in questo 2012 con inverni estremamente rigidi e estati fortemente bollenti, il cui fenomeno più inquietante è la siccità diffusa superiore a quella del 2003, e le cui conseguenze economiche e di sicurezza alimentare mondiale si sentiranno soltanto nell'anno a venire.
c- La crisi finanziaria – economica, che è conseguenza non soltanto dei comportamenti demenziali delle banche e assicurazioni, del mondo della finanza, della cecità totale e stupidità dei politici stessi. Ma soprattutto per chi ancora non lo ha capito, è una prima conseguenza amara dell’esaurimento delle risorse (energetiche, minerarie, idriche, e alimentari).

Dunque, iIl problema oggi non è il ritorno ad una società e ad un pensiero comunista (come qualcuno ancra si auspica) che alla fine ha dimostrato il proprio fallimento, e nemmeno quello di proporre un pensiero ambientalista idealista e puro; il problema è cercare di trovare una nuova strada per arginare l'aggressività e gli effetti nefasti del capitalismo selvaggio del quale troppi regimi anche dichiaratamente comunisti, oggi, ne fanno ampiamente parte e ne godono degli effetti. Non basta più dire alle persone che il petrolio ormai è in esaurimento, ma va raccontata tutta la storia e questa storia purtroppo è e sarà segnata da catastrofi (tra l’altro già in corso).  

A questo punto credo che sia tempo di proporre qualcosa di nuovo, di continuare a cercare le migliori soluzioni che dovrebbero servire i pochi fortunati (rispetto ai 7 miliardi e passa di esseri umani) a capire come adattarsi ai cambiamenti e come mitigare gli effetti disastrosi di questi cambiamenti. Questa è la sfida del futuro, questo è quello che io riesco a vedere come strada principale per potere creare una certa resilienza per le generazioni future. 

Toufic El Asmar
Vice Presidente dimissionario di 
ASPO Italia

3 commenti:

  1. Dal dirupo di Seneca non ci sono strade
    scendenti a valle che pure è nascosta dalle nubi
    nemmeno c'è sentiero tra macigni e forre
    nessuna comitiva e tanto meno torma
    è mai discesa con tanta allegria imprudente
    e poca corda robusta mista a rinnegata angoscia
    eppure non si può che andare in questa direzione
    quella lasciata indietro non era solo terra
    ma tempo che sa solo marciare avanti
    il sole splende e tiene le pietre ferme
    ma il temporale ama fare del suolo fango
    dobbiamo guadagnare il piano
    prima che le nubi il pendio risalgano.

    Un saluto, Marco Sclarandis

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  2. Caro MArco, grazie per questo bellissimo commento

    Toufic

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  3. Ciao Toufic. Anche ASPO appartiene al Pianeta e quindi ha chiuso un ciclo. Tuttavia ha fornito conoscenze e risposte che possono essere recuperate nel ciclo successivo, quello DURO che stiamo vivendo. Io mi sono accorta che la crisi delle risorse planetarie, la follia dei desideri umani (solo del miliardo di ricchi, gli altri sei miliardi sono le pilette di matrix per le guerre, quelli che devono fornire carne da cannone) e le risposte esponenziali /cretine degli economisti cominciano ad essere percepite come tali anche da chi non frequenta internet e i suoi blog ambientalisti.
    Quando vedi che TUTTO COSTA, che la sanità indietreggia, che le persone sono "stranamente" più attente (istinto?) e giustamente più preoccupate perchè non si vedono governanti capaci da nessuna parte, ecco che l'attenzione DEVE aumentare.
    Che fine faremo? Dove andremo a salvare i pochi o tanti anni di vita che ci aspettano?
    Come dice MARCO dobbiamo allontanarci dal bordo del burrone.
    Singolarmente è possibile?
    Ben venga allora un nuovo modo di comunicare, corto, diretto e sintetico, poche parole che suonino come campanelli d'allarme nelle teste delle persone, che giuro, si stanno istintivamente alzando. Nemmeno loro sanno perchè, ma una sorda preoccupazione cresce e bisogna afferrare questa attenzione istintiva prima che arrivi il solito idiota con la teoria dei Maya o delle scie chimiche o degli HAARP.
    Perché si pretenda chiarezza innanzitutto sulla informazione, sempre più complicata da fuffa manipolata.
    Possibile che gli italiani siano eccellenti nei referendum ma deficienti nelle elezioni? Possibile che dicano OK l'acqua DEVE essere pubblica e poi eleggono coloro che cercano di rendergliela privata in modo anche subdolo?
    Ciao Daniela

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