lunedì 13 agosto 2012

Curare un malato di tumore con l'aspirina: Il BAU del Governo Monti


Aspirina annerita

A quanto pare i ministri Passera e Grilli hanno scovato le soluzioni per riportare la "crescita" in Italia. Vediamo in brevissimo quali sono questi piani:

Sul Piano energetico, secondo La Repubblica di stamattina: Passera è convinto che il suo piano rimetterebbe in moto l'intera economia Italiana.
- Alzare la produzione petrolifera nazionale fino a raggiungere il 20% della domanda, mediante la revisione dei limiti che tengono le trivelle oltre le 12 miglia marine dalle coste italiane. 
- Via libera agli investimenti sul gas, con la realizzazione di progetti di metanodotti dall'Algeria e forte sostegno al "corridoio Sud" nell'Adriatico,
- Portare avanti e completare i progetti di 4 rigassificatori approvati o in costruzione
Obiettivi da raggiungere:
- Abbassare i costi dell'energia,
- Ridurre le importazioni di idrocarburi e attivare miliardi d'investimenti in infrastrutture.
Risultati attesi:
- Aumentare la disponibilità delle materie prime energetiche e stabilizzazione del costo, 
- Vantaggi trasferiti alle imprese ed alle famiglie aumentando la concorrenza e quindi mantenendo una pressione sui prezzi
- la Borsa del gas sarà potenziata e nel settore elettrico i bonus fiscali si concentreranno sull'efficienza e la riduzione dei consumi.
Ovviamente, con la partenza del quinto conto energia sono previsti ulteriori tagli agli incentivi per il fotovoltaico. A quanto pare, l'Italia ha raggiunto abbondantemente il suo obiettivo del 20% imposto dalla direttiva europea 20-20-20. Secondo il Ministro insieme all'autorità per l'energia stimano che 9 miliardi all'anno per i prossimi 15 anni siano troppi in termini di spesa. 

Il ministro Grilli da parte sua punta sulle dismissioni immobiliari, sul taglio del personale (24 mila dipendenti pubblici dal prossimo autunno), oltre a qualche altra piccola manovretta di riorganizzazione dell'amministrazione pubblica e le privatizzazioni. L'obiettivo sperato è quello di abbattere il debito del 20% (ossia portarlo dal 120% al 100%) in circa 5 anni.

Il bello dei quotidiani è che sanno come presentarti le cose. Le prime 7 pagine sono piene di buoni propositi, programmi ambiziosi il tutto presentato in modo ineccepibile con tanto di grafici e numeri. Peccato che spesso si tratta di speculazioni al rialzo, per dire che dalla fine del 2013 le cose dovrebbero andare meglio e che la "crescita" ripartirà. Girando la pagina ossia superando la pagina 7, i segnali sono nettamente diversi. Gli squali della finanza stanno ritirando i loro soldi dalle banche italiane, ora che il loro compito di distruzione dei PIIGS è quasi completato sarebbe bene dirigersi altrove e ripartire da capo. Alla fine l'obiettivo è chiuderla con l'Euro. 
Il premier Finlandese non si fida, non crede nelle soluzioni proposte visto che dichiara "in tempo di crisi i ricavi delle privatizzazioni sarebbero molto bassi", è e rimane contro la concessione della licenza bancaria al fondo salva stati e ritiene che sia sbagliato procedere ora alle dismissioni. Insomma segnali poco incoraggianti.

Personalmente non ho niente contro Monti &  Co. ritengo che almeno per ora sia molto meglio di un Berlusconi & Co. oppure di un Bersani & Co. Sono sicuro che non sarebbero capaci di trovare soluzioni migliori, anzi ho paura che farebbero danni ancora peggiori di quelli che avevano combinato da 20 anni ad oggi.

Ritornando al progetto Passera, penso che purtroppo i nostri tecnici (Ministro tecnico e suoi segretari e consulenti tecnici) ancora non abbiano centrato i problemi. Per prima cosa si analizza la situazione in base a quello che teoricamente potrebbe comportare (maggiori investimenti = maggiore ricchezza = crescita), agli investimenti e al eventuale (non necessariamente probabile) profitto non si addizionano le esternalità che sono fortemente negative (inquinamento delle terre, delle acque e dell'aria per causa delle trivellazioni), le improbabilità (il fenomeno del Cigno Nero) che per il 99,99% non sono mai tenuti in considerazione, il basso impatto sul benessere della popolazione in generale (è risaputo che estrarre più petrolio non è una condizione necessaria e sufficiente per un incremento del reddito delle popolazioni locali). Non si calcolano gli incrementi nelle emissioni di CO2, sia per causa dell'aumento di consumo di petrolio (per trivellare, trasportare, raffinare, ri - trasportare e alla fine consumare) che del gas (costruzione dei rigassificatori, trasportare, attuare i processi di gassificazione e o liquefazione, trasportare e consumare).

Ancora non ho capito bene l'impatto delle scelte del governo sulle Energie Rinnovabili, ma se dovrei interpretare le dichiarazioni mi sembra di avere capito che visto che abbiamo raggiunto gli obbiettivi Europei anche prima del 2020, possiamo ritenerci soddisfatti e frenare questa pazzia che si chiama fotovoltaico, biomasse, eolico insomma l'energia solare. Ovviamente di errori nel passato erano stati fatti, ma è una scusa per fermare la sostenibilità energetica di un Paese? Non sarebbe meglio puntare su una strategia più virtuosa basata su una programmazione degli interventi che comporti alla fine (sparo a caso entro il 2020) al passaggio dalla dipendenza totale dai fossili a quella dal Solare? se i soldi esistono per renderci ancora più schiavi dei fossili (petrolio, GNL, ecc.) perché non renderli disponibili per una maggiore indipendenza puntando su un obiettivo (80 -90%??) fortemente raggiungibile in Italia entro il 2020?

In sintesi i nostri tecnici comparati ad oncologi starebbero curando il malato di cancro, come al solito, con iniezioni di aspirina.

giovedì 9 agosto 2012

La fine di ASPO Italia ed il suo Rinnovamento

(Sorgente foto: http://www.whoisbolaji.com/ )

Ugo Bardi fondatore di ASPO Italia, vede giusto quando dice che il compito vero, inziale di ASPO Italia si è ormai esaurito. ASPO Italia, sezione italiana dell'associazione scientifica ASPO (Association for the Study of Peak Oil) era stata fondata più o meno nel 2005 con lo scopo principale di studiare le dinamiche delle estrazioni e dei consumi del petrolio e del gas e le conseguenze derivanti da tali attività sull’ambiente, l’ecologia, la salute umana; ma anche sulle società moderne e meno moderne, e sulle loro rispettive economie. I membri di ASPO Italia, in generale, si sono attivati durante questo ultimo decennio per capire i fenomeni e cercare di proporre eventuali soluzioni di mitigazione e di adattamento, ossia di sostenibilità e di resilienza. Numerosissime proposte tecnico – politiche erano state sviluppate e presentate ai decisori (amministratori e politici in generale) allo scopo di creare una strada verso una società più sostenibile, capace di mantenere un certo livello anche minimo di benessere, seguendo le indicazioni base uscite dagli scenari dei modelli utilizzati nel rapporto “Limit To Growth” pubblicato nel 1972 (e revisionato durante gli anni successivi) dal Club di Roma.

La strada non è stata facile e questo come ASPO Italia lo sapevamo. Tuttavia grazie al lavoro di molti, sono però stati raggiunti risultati incredibili. Basta pensare che fino al 2002 - 2003, le fonti rinnovabili rappresentavano circa il 25% della produzione energetica Italiana (18% nel 2000) mentre è proprio grazie all’attività delle associazioni ambientaliste, di molti iscritti al partito dei Verdi Italiani e in particolare/soprattutto all’attività iniziale dei membri fondatori di ASPO Italia, il Paese, malgrado le vicissitudini delle lobby e della maggior parte dei partiti Italiani, ha visto le Rinnovabili crescere raggiungendo il record di +25.974 GWh rispetto al 2000 (fonte, Silvia Morelli del GSE).

Non solo, ASPO Italia, durante il periodo 2004 – 2010 si è mossa anche sui fronti della gestione dei rifiuti quando l’allora presidente di ASPO Italia (Ugo Bardi), partecipò alla “Commissione Interministeriale (Ambiente e Industria) per le Migliori Tecnologie di Gestione e Smaltimento dei Rifiuti” sviluppando nel 2007, insieme ai suoi colleghi della commissione,  un documento completo per una gestione virtuosa di una risorsa che tutti chiamano rifiuti ma che effettivamente per come le cose si sono evolute oggi, non posso che essere considerate come Risorse per il futuro. Oltre ai rifiuti, ASPO Italia aveva sostenuto, sempre durante lo stesso periodo, il retrofit elettrico (fiat 500, ad opera dell'associazione Euro Zev http://www.eurozev.org/ed in parallelo, la ideazione del progetto RAMSES (finanziato completamente dalla Unione Europea, www.ec-ramses.net) per lo sviluppo del primo veicolo completamente elettrico per l’agricoltura. Non solo ASPO Italia attraverso uno dei suoi noti soci ha contribuito alla produzione del primo prototipo di "sistema di produzione di energia elettrica mediante lo sfruttamento dei venti di alta quota" o KITEGEN http://www.liquida.it/kitegen/ .
I campi di attività di ASPO sono sempre stati ampi e variegati, dalla divulgazione tecnico scientifica, alla formazione, alla pubblicazione di documenti e articoli (sia nel sito dell’Associazione www.aspoitalia.it che nei suoi due blog http://aspoitalia.wordpress.com/ e http://www.aspoitalia.it/blog/nte/, dove vi si trovano i migliori contributi tecnici, scientifici, ambientali, sociali, politici ed economici dei vari soci ma anche di non soci ma simpatizzanti). 

Purtroppo, e lo scrivo di malincuore, non basta e non basterà. Intanto la situazione si è deteriorata, a tutti  i livelli. La politica è completamente assente da quasi 20 anni, e se ha avuto qualche cenno di presenza era solo per tirare fuori delle decisioni che sono sempre andate nel senso contrario alla sostenibilità; le maggiori linee guida o anzi le migliori burlesque dei politici sono state quelle di portare avanti gli interessi del mondo della finanza, degli immobiliaristi e dei cementificatori, delle lobby del petrolio, del gas. Molto tempo e molti soldi sono stati sprecati con le politiche che hanno favorito gli inceneritori (chiamandoli per eufemismo termovalorizzatori), le centrali nucleari, la produzione delle auto convenzionali a combustione (chiamate Euro 2, 3, 4, ecc…), snobbando completamente qualsiasi soluzione alternativa. Sono state favorite le politiche delle cosiddette grandi – opere, l’espansione urbanistica selvaggia con le conseguenti bolle immobiliari (vedi la Spagna), la corruzione finanziaria – politica, la distruzione dell’ambiente, degli ecosistemi, della biodiversità, e l’inizio della fine delle risorse in generale. 
Questa perdita di tempo potrebbe, forse, diventare fatale non solo per le prossime generazioni ma anche per quelle attuali compresa la nostra.

I problemi che abbiamo affrontato come associazione erano troppi e rimangono i soliti, con l’aggravante che oggi sono peggiorati in maniera esponenziale. Per chi riesce a immaginarsi il sistema Terra nella sua complessità, e per chi tenta di seguire i percorsi delle varie crisi in atto, si renderà conto che ormai siamo molto al di là della fase di allarme, e che abbiamo superato abbondantemente il punto di non ritorno: siamo in completo deficit ecologico, climatico, umano, ed economico (siamo in Overshoot): La domanda di risorse è talmente superiore ai fabbisogni quotidiani della attuale popolazione mondiale e delle sue società iper-consumistiche che ci vorrebbero almeno 1,5 – 2 pianeti simili al nostro per essere soddisfatta. E se le cose, nel breve o medio periodo, dovessero continuare ce ne vorrebbero forse più di 5 pianeti Terra.
Penso che ormai sia insufficiente se non riduttivo continuare a parlare di petrolio, gas, energie rinnovabili. Il pericolo invece è molto più ampio e la sua ampiezza sarà la risultante dell’azione di tre problemi fondamentali:.
a- La continua crescita della popolazione, in particolare nelle aree considerate ad economia emergente (Cina, India, Pakistan) ma anche in quelli ad economia meno emergente (Nord Africa, e Africa Saheliana in particolare, ed il Medio Oriente con Gaza, Iran, Libano, e ovunque il fattore umano inteso come numero di persone è considerato un arma per le prossime guerre settarie o di cosiddetta liberazione);
b- I Cambiamenti Climatici ed in particolare il Riscaldamento Globale, fenomeno negato da troppi ma che si sta manifestando in questo 2012 con inverni estremamente rigidi e estati fortemente bollenti, il cui fenomeno più inquietante è la siccità diffusa superiore a quella del 2003, e le cui conseguenze economiche e di sicurezza alimentare mondiale si sentiranno soltanto nell'anno a venire.
c- La crisi finanziaria – economica, che è conseguenza non soltanto dei comportamenti demenziali delle banche e assicurazioni, del mondo della finanza, della cecità totale e stupidità dei politici stessi. Ma soprattutto per chi ancora non lo ha capito, è una prima conseguenza amara dell’esaurimento delle risorse (energetiche, minerarie, idriche, e alimentari).

Dunque, iIl problema oggi non è il ritorno ad una società e ad un pensiero comunista (come qualcuno ancra si auspica) che alla fine ha dimostrato il proprio fallimento, e nemmeno quello di proporre un pensiero ambientalista idealista e puro; il problema è cercare di trovare una nuova strada per arginare l'aggressività e gli effetti nefasti del capitalismo selvaggio del quale troppi regimi anche dichiaratamente comunisti, oggi, ne fanno ampiamente parte e ne godono degli effetti. Non basta più dire alle persone che il petrolio ormai è in esaurimento, ma va raccontata tutta la storia e questa storia purtroppo è e sarà segnata da catastrofi (tra l’altro già in corso).  

A questo punto credo che sia tempo di proporre qualcosa di nuovo, di continuare a cercare le migliori soluzioni che dovrebbero servire i pochi fortunati (rispetto ai 7 miliardi e passa di esseri umani) a capire come adattarsi ai cambiamenti e come mitigare gli effetti disastrosi di questi cambiamenti. Questa è la sfida del futuro, questo è quello che io riesco a vedere come strada principale per potere creare una certa resilienza per le generazioni future. 

Toufic El Asmar
Vice Presidente dimissionario di 
ASPO Italia